Banco BPM UniCredit: Golden Power inatteso
Banco BPM UniCredit: Golden Power e scenari futuri nel settore bancario
Banco BPM UniCredit: Golden Power attivato. Cosa significa per il futuro delle banche? Scoprilo ora!
Unicredit e Banco Bpm: il Governo al bivio del Golden Power
Il mondo bancario italiano è in fermento. Unicredit ha comunicato al governo l’attivazione del Golden Power su Banco BPM. Cosa significa? Quali scenari si aprono per il futuro del settore bancario? Un’operazione che potrebbe cambiare gli equilibri e che merita un approfondimento per capire cosa succederà. Continua a leggere per scoprire tutti i dettagli di questa vicenda.
Offerta Unicredit su Banco Bpm: la decisione del Governo sotto la lente
Unicredit ha ufficialmente comunicato al Governo l’avvio della sua offerta pubblica di scambio su Banco Bpm, dando il via al meccanismo del Golden Power. Tale strumento consente al Governo di esercitare un controllo su specifiche operazioni societarie, arrivando a bloccarle o a imporre determinate condizioni.
La notifica di Unicredit all’esecutivo segna l’inizio di un iter che potrebbe richiedere diverse settimane. Il Governo ha ora a disposizione 45 giorni per fornire una risposta, con la possibilità di richiedere un’ulteriore proroga di 15 giorni. Di conseguenza, la decisione finale è attesa tra la metà e la fine di marzo, tenendo conto anche dei tempi necessari per ottenere l’approvazione di Consob e BCE.
Il Golden Power è stato introdotto con lo scopo di proteggere gli assetti strategici del Paese. Durante il periodo pandemico, il suo ambito di applicazione è stato esteso al settore bancario, già sottoposto alla vigilanza della BCE, inizialmente in via temporanea e, dal 2022, in modo permanente.
L’utilizzo del Golden Power nel caso specifico dell’operazione Unicredit-Banco Bpm è al centro di un acceso dibattito tra gli esperti, che mettono in guardia dal rischio di possibili conflitti con l’Unione Europea.
A differenza di altri settori, come la difesa o l’agricoltura, dove l’applicazione del Golden Power è vincolata a criteri di sicurezza nazionale, nel settore bancario il criterio è più ampio e si concentra sulla tutela di interessi statali fondamentali, quali la sicurezza pubblica e l’ordine pubblico.
Pertanto, il Golden Power può essere attivato anche nei confronti di investitori italiani che intendono acquisire asset strategici nel settore finanziario, creditizio e assicurativo, indipendentemente dalla loro nazionalità.
Il Golden Power e l’Equilibrio finanziario: un equilibrio delicato
L’impiego del Golden Power in relazione all’equilibrio finanziario è un tema complesso, come sottolinea Nuzzo. Benché si possa ipotizzare che la stabilità finanziaria rientri nel concetto di ordine pubblico, il diritto comunitario tende a escludere motivazioni di natura economica, come la tutela di un istituto bancario di rilevanza nazionale, dall’ambito di intervento statale. La supervisione della solidità patrimoniale e finanziaria degli istituti bancari europei è già demandata alla BCE, che valuta le operazioni di concentrazione secondo parametri rigorosi.
Ogni fusione o acquisizione nel settore bancario è soggetta al controllo della Banca Centrale Europea (BCE), la quale analizza specifici indici di adeguatezza e stabilità patrimoniale degli istituti coinvolti, verificando che essi rispettino le normative previste dagli accordi di Basilea. Un’operazione che non soddisfi tali criteri non può essere portata a termine, indipendentemente dall’intervento del governo nazionale. Tale sistema di vigilanza multilivello riduce ulteriormente le possibilità di invocare il Golden Power per ragioni di stabilità finanziaria.
Golden Power sotto la lente dell’UE: rischio infrazione per l’Italia
L’esercizio del Golden Power, lo strumento che consente al governo di tutelare gli assetti strategici nazionali, si rivela un terreno minato per l’Italia. Un utilizzo non allineato con le direttive europee potrebbe innescare una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.
Precedenti interventi italiani in settori chiave, come quello energetico o delle telecomunicazioni, hanno già suscitato contestazioni a livello comunitario, mettendo in discussione la proporzionalità e la necessità di alcune decisioni.
Pertanto, ogni determinazione in materia di Golden Power deve essere motivata in modo scrupoloso e trasparente, per evitare di incorrere in sanzioni e compromettere i rapporti con l’Unione Europea.
L’Italia si trova di fronte a una sfida complessa: bilanciare la difesa dei propri interessi strategici con il rispetto delle normative comunitarie. Un equilibrio delicato, che richiede cautela e un’attenta valutazione di ogni singolo caso.
Banco BPM alla prova dei dividendi: la mossa che può scombinare i piani di UniCredit
Martedì della prossima settimana, l’istituto bancario milanese Banco BPM svelerà i risultati finanziari annuali, un appuntamento cruciale che potrebbe ridefinire gli equilibri nel settore. L’attenzione è focalizzata sulle decisioni in merito ai dividendi, una mossa che potrebbe scombinare i piani di UniCredit, attualmente impegnata in un’offerta pubblica di scambio sulla stessa Banco BPM.
L’undici febbraio si preannuncia una giornata intensa per Banco BPM (BAMI). Il CEO Giuseppe Castagna illustrerà i dati economici del 2024 e il piano sulla distribuzione degli utili, proprio mentre UniCredit (UCG) è in piena corsa con la sua OPA. Ma non è tutto: il consiglio di amministrazione di Banco BPM approverà anche l’aggiornamento del piano strategico, un documento che, secondo indiscrezioni, punterà a incrementare la remunerazione degli azionisti.
Un aumento dei dividendi potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio per Banco BPM. Da un lato, rafforzerebbe la sua posizione, rendendo meno привлекательная l’offerta di UniCredit. Dall’altro, costringerebbe il CEO di UniCredit, Andrea Orcel, a rilanciare la sua proposta per convincere gli azionisti.
Nel frattempo, il management di Banco BPM starebbe valutando un miglioramento dell’OPA su Anima (ANIM), con l’obiettivo di chiudere l’operazione nei tempi previsti e ostacolare ulteriormente la tattica di UniCredit.
UniCredit fa chiarezza sull’offerta per Banco BPM: focus su condizioni e autorizzazioni
UniCredit ha dato ulteriori delucidazioni in merito alla sua proposta di scambio azionario relativa a Banco BPM, come risposta alle istanze di chiarimento avanzate dalla Consob. L’istituto di credito ha chiarito che l’offerta è vincolata a specifiche condizioni, tra cui la possibilità di interventi straordinari che potrebbero determinare cambiamenti significativi nella struttura, nella rete o negli organi di governance del gruppo BPM, esulando dalla sua gestione ordinaria.
Inoltre, UniCredit ha reso noto di aver inoltrato le necessarie richieste di autorizzazione a Banca d’Italia per eventuali acquisizioni di partecipazioni in Anima Holding, qualora queste dovessero derivare dall’operazione in questione.
La banca ha altresì illustrato la metodologia adottata per il calcolo dei premi impliciti dell’offerta, mettendo a confronto il valore proposto con le quotazioni azionarie di BPM in differenti finestre temporali. A tale proposito, UniCredit ha evidenziato come le fluttuazioni di mercato successive all’annuncio dell’OPA su BPM potrebbero essere state condizionate da dinamiche speculative e aspettative connesse al consolidamento del settore bancario nazionale.
Punti chiave
- Condizioni dell’offerta: UniCredit ha chiarito che l’offerta è subordinata a determinate condizioni, tra cui eventuali operazioni straordinarie che potrebbero modificare l’assetto di Banco BPM.
- Autorizzazioni richieste: La banca ha richiesto le autorizzazioni a Banca d’Italia per potenziali partecipazioni in Anima Holding.
- Metodologia di calcolo dei premi: UniCredit ha illustrato come sono stati calcolati i premi impliciti dell’offerta, confrontando il valore proposto con i prezzi delle azioni BPM.
- Influenza delle speculazioni: La banca ha sottolineato come le quotazioni di mercato successive all’annuncio dell’OPA potrebbero essere state influenzate da speculazioni e aspettative sul consolidamento bancario.
Banco BPM replica a UniCredit: valutazione dell’offerta nel mirino
Banco BPM ha espresso il proprio disappunto in merito alla valutazione dell’offerta presentata da UniCredit, contestandone alcuni aspetti fondamentali. L’istituto milanese ha messo in discussione l’adeguatezza del riferimento al prezzo delle proprie azioni alla data del 6 novembre, sottolineando come tale valore non riflettesse eventi successivi di rilievo, quali i risultati finanziari del terzo trimestre, l’operazione su Anima e l’investimento in MPS, tutti elementi che incidono in modo significativo sulla valutazione complessiva della banca.
Inoltre, Banco BPM ha evidenziato una difformità nella metodologia di calcolo del premio dell’offerta. Mentre UniCredit dichiara un premio del 14,8%, Banco BPM sostiene che un calcolo corretto condurrebbe a un premio reale di entità decisamente inferiore, suggerendo quindi una possibile sovrastima del valore dell’offerta da parte di UniCredit.
Elementi fondamentali:
- Contestazione del prezzo di riferimento: Banco BPM ritiene che il prezzo delle azioni al 6 novembre non sia un parametro adeguato per valutare l’offerta, in quanto non tiene conto di eventi successivi cruciali.
- Discrepanza nel calcolo del premio: Banco BPM contesta il metodo di calcolo del premio utilizzato da UniCredit, ritenendolo sovrastimato.
- Impatto degli eventi successivi: La banca milanese sottolinea come i risultati finanziari del terzo trimestre, l’operazione su Anima e l’investimento in MPS influenzino in modo determinante la sua valutazione.
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