Borse europee indici: rally su taglio tassi BCE

Borse europee indici: chiusura di ieri in rialzo a Piazza Affari, focus su taglio tassi BCE e prospettive economiche

Borse europee indici: chiusura di ieri in rialzo, investitori puntano su taglio tassi BCE. Focus su Milano e prospettive.

Le borse europee hanno chiuso in rialzo, alimentate dalle speranze di un imminente taglio dei tassi d’interesse. L’attenzione degli investitori è focalizzata sulle decisioni delle banche centrali e sulle loro implicazioni per l’economia. Piazza Affari ha registrato un buon performance, con particolare attenzione al titolo Nexi. Ma quali sono le prospettive per i prossimi giorni? E quali sono i fattori economici e geopolitici che stanno plasmando l’andamento dei mercati? Scopriamolo insieme in questo approfondimento.

INDICE

Ottimismo a Piazza Affari: le Borse europee chiudono in rialzo grazie alle speranze di un taglio dei tassi

Ieri le Borse europee hanno chiuso la giornata in territorio positivo, con gli indici principali in rialzo. I mercati europei hanno registrato un’ottima performance, disaccoppiandosi da Wall Street, chiusa per le festività del Ringraziamento.

A spingere gli investitori verso acquisti è stata la dichiarazione del Governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau. Durante le celebrazioni del venticinquesimo anniversario del think tank Euro 50 Group, Villeroy ha espresso un forte ottimismo riguardo alla possibilità di un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) durante la prossima riunione prevista per il 12 dicembre.

Il banchiere centrale francese ha affermato che, alla luce delle attuali condizioni economiche, ci sono tutti i presupposti per intervenire sulla politica monetaria con una riduzione dei tassi. Tuttavia, Villeroy ha sottolineato che l’entità di questo taglio sarà decisa in base all’analisi dei dati economici più recenti e alla valutazione dei rischi futuri.

Lagarde e l’impatto dei dazi sull’economia europea

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha espresso preoccupazione riguardo ai potenziali effetti inflazionistici derivanti dall’introduzione di nuovi dazi doganali da parte del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In un’intervista al Financial Times, Lagarde ha sottolineato come sia ancora prematuro quantificare con precisione le ripercussioni su scala europea. Tuttavia, ha ammesso la possibilità di un lieve incremento delle pressioni inflazionistiche, innescato da un possibile rallentamento dell’attività economica e da fluttuazioni dei tassi di cambio.

Insomma, le minacce di nuove tariffe americane continuano a tenere gli investitori con il fiato sospeso. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha avvertito che tali misure potrebbero innescare una reazione a catena, con ripercussioni sull’inflazione europea. In un’intervista al Financial Times, Lagarde ha spiegato che un aumento dei dazi potrebbe frenare l’attività economica e causare instabilità sui mercati valutari, creando così un terreno fertile per pressioni inflazionistiche.

Nexi sale ai vertici di Piazza Affari: focus su M&A e bancari

La seduta di ieri a Piazza Affari è stata caratterizzata da un forte rialzo del titolo Nexi, che ha guadagnato il +4%. Questo incremento è stato innescato da indiscrezioni di stampa secondo cui Cassa Depositi e Prestiti (CDP) starebbe valutando l’acquisizione della divisione Network Services di Nexi.

L’attenzione degli investitori è rimasta alta anche sul settore bancario, con Unicredit (+1,1%) e Banco BPM (+2%) che continuano a essere al centro dell’attenzione dopo l’annuncio dell’offerta pubblica di acquisto lanciata da Unicredit. Banca MPS ha chiuso la seduta in positivo, registrando un rialzo dell’1,4%.

Nel comparto automotive, Stellantis (+1,8%) e Pirelli (+0,6%) hanno recuperato terreno, pur mantenendo alta l’attenzione sulle prospettive relative ai dazi, un tema che riguarda da vicino anche Iveco (+4,2%).

Le performance negative della giornata di ieri sono state registrate da Telecom (-1,25%), Campari (-1%) e Diasorin (-1,4%).

Rendimenti in calo all’asta dei BTP: il decennale tocca i minimi da maggio 2022

L’asta dei titoli di Stato italiani di ieri ha registrato un forte calo dei rendimenti, a testimonianza della fiducia degli investitori nel debito pubblico italiano. In particolare, il BTP decennale ha toccato il suo minimo da maggio 2022, con un rendimento sceso a 3,39%, registrando un calo di 19 centesimi rispetto all’asta precedente.

Il Tesoro ha collocato con successo 2 miliardi di euro di BTP decennale con scadenza al 1° febbraio 2035, ricevendo richieste per un totale di 3,252 miliardi di euro, con un rapporto domanda/offerta di 1,63.

Anche il BTP quinquennale ha visto scendere il suo rendimento, attestandosi al 2,79%, con un calo di 17 centesimi. Il Tesoro italiano ha collocato con successo 3,25 miliardi di euro di nuovi titoli di Stato a lungo termine, con scadenza nel 2029 al primo giorno di ottobre. L’asta ha registrato un forte interesse da parte degli investitori, con una domanda che ha superato l’offerta di oltre il 58%.

Il Tesoro italiano ha emesso con successo 1,5 miliardi di euro di BTP a 15 anni, collocati ad un rendimento del 3,16%. Infine, l’asta dei CCTeu con scadenza al 15 aprile 2032 si è conclusa con successo, con un’emissione complessiva di 1,5 miliardi di euro e un rendimento pari al 4,08%.

Mentre lo spread BTP-Bund si assesta, il dollaro guadagna terreno e i rendimenti decennali cedono

La seduta di ieri si è conclusa con una variazione contenuta dello spread tra i titoli di Stato italiani (BTP) e quelli tedeschi (Bund). Il differenziale di rendimento tra il BTP decennale di riferimento (Isin IT0005560948) e il Bund tedesco di pari durata si è mantenuto sui livelli stabili, attestandosi a 122 punti base.

Nonostante lo spread sia rimasto sostanzialmente stabile, il rendimento del BTP decennale ha registrato un leggero calo, passando dal 3,41% di ieri al 3,34% odierno.

Sul mercato dei cambi, il dollaro ha mostrato una certa forza, apprezzandosi rispetto all’euro. La coppia euro/dollaro si è attestata a 1,055 (da 1,0559 della chiusura precedente), mentre l’euro/yen è salito a 159,97 (da 159,52) e il dollaro/yen a 151,7 (da 151,03).

Gli analisti di Pepperstone attribuiscono il rafforzamento del dollaro e la relativa calma dei mercati valutari alla festa del Ringraziamento negli Stati Uniti, che ha portato a una riduzione dei volumi di scambio. Si prevede che la bassa liquidità possa persistere fino alla fine della settimana, a meno che non si verifichino eventi inaspettati che possano scuotere i mercati.

La minore liquidità sul mercato ha limitato le oscillazioni dei cambi, con gli operatori che si aspettano una ripresa degli scambi più intensi a partire dalla fine della settimana.

Prezzo del petrolio stabile, focus sull’Opec e sulle tensioni in Medio Oriente

Il mercato del petrolio ha aperto la seduta con una certa cautela, con i prezzi del WTI che si sono attestati poco al di sotto dei 69 dollari al barile e quelli del Brent sopra i 72 dollari. L’andamento contenuto dei prezzi è legato all’attesa delle prossime decisioni dell’OPEC, il cartello dei paesi esportatori di petrolio.

La riunione dell’OPEC, inizialmente prevista per il 5 dicembre, è stata rinviata. Durante l’incontro, i membri dell’organizzazione discuteranno sulla graduale eliminazione dei tagli volontari alla produzione, pari a 2,2 milioni di barili al giorno, introdotti per sostenere i prezzi.

Gli analisti sottolineano che le decisioni dell’OPEC saranno influenzate non solo dalle dinamiche interne del cartello, ma anche dall’evoluzione della situazione geopolitica, in particolare in Medio Oriente. Le recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano Netanyahu, che hanno sollevato dubbi sulla durata del cessate il fuoco con Hezbollah, potrebbero introdurre un ulteriore elemento di incertezza sui mercati energetici.

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