Generali Natixis: nozze in vista nel risparmio gestito

Generali Natixis: un’alleanza strategica per dominare il mercato del risparmio gestito, ma i sindacati frenano

Generali Natixis: fusione storica nel risparmio gestito, ma non tutti sono d’accordo. Scopri perché.

L’unione fa la forza, si dice. E nel mondo della finanza, questa massima sembra trovare sempre più conferme. Generali e Natixis hanno infatti annunciato una storica partnership che potrebbe rivoluzionare il panorama del risparmio gestito in Italia. Un’alleanza strategica che unirà le forze di due colossi del settore, creando un nuovo polo finanziario di portata internazionale. Ma dietro questa operazione si nascondono dinamiche complesse e non tutti sono d’accordo. I sindacati, in particolare, hanno espresso alcune perplessità, sottolineando la necessità di approfondire gli impatti sociali e occupazionali di questa scelta. Cosa si nasconde dietro questa mossa? Quali saranno le conseguenze per gli investitori e per il mercato del lavoro? Scoprilo nel nostro articolo e scopri perché questa notizia sta facendo discutere il mondo della finanza.

Generali e Natixis uniscono le forze per creare un colosso europeo della gestione del risparmio

Alleanza strategica nel settore del risparmio gestito: Generali e Natixis uniscono le loro forze nel settore della gestione del risparmio. Il consiglio di amministrazione di Generali ha dato il via libera alla creazione di un nuovo polo finanziario che gestirà un patrimonio complessivo di circa 2.000 miliardi di euro. Questa operazione, che prevede la fusione di Generali Investments Holding e Natixis Investment Managers, permetterà al nuovo gruppo di competere con i principali attori globali del settore. Nonostante l’ampio consenso, il voto non è stato unanime, con tre consiglieri che si sono espressi contro l’operazione. I dettagli di questa importante partnership saranno comunicati al mercato oggi dai vertici delle due società.

Generali e Natixis: nasce un nuovo gigante del risparmio gestito

Il Leone ruggisce: Dopo una lunga riunione, il consiglio di amministrazione di Generali ha approvato la creazione di un nuovo colosso finanziario, destinato a gestire quasi 2.000 miliardi di euro. Questa mossa strategica, che vede la nascita di una joint venture con il gruppo francese Bpce, permetterà al nuovo polo di posizionarsi tra i primi dieci gestori patrimoniali a livello mondiale. Nonostante l’entusiasmo prevalente, il voto non è stato unanime: tre consiglieri, legati al gruppo Caltagirone, si sono opposti alla decisione. I dettagli di questa importante alleanza saranno svelati oggi dai CEO delle due società, Philippe Donnet per Generali e Nicolas Namias per Bpce.

L’accordo prevede la fusione di due colossi della gestione del risparmio, Generali Investments Holding (Gih) e Natixis Investment Managers (Nim), dando vita a una nuova entità che gestirà complessivamente oltre 1.850 miliardi di euro di asset. Gih, la cui componente principale deriva dalla raccolta assicurativa, porterà in dote circa 650 miliardi, mentre Nim contribuirà con 1.200 miliardi. La governance della nuova joint venture sarà paritaria, con Bpce e Gih che si divideranno al 50% la proprietà. Quest’ultima, a sua volta, è controllata all’83,25% da Generali e al 16,75% da Cathay Life. Il consiglio di amministrazione di Generali ha approvato l’operazione con dieci voti favorevoli su tredici, mentre i tre consiglieri legati alle minoranze, tra cui i rappresentanti di Caltagirone e Delfin, si sono opposti.

Un comitato di esperti dà il via libera all’accordo Generali-Natixis

Prima di approvare l’accordo, il consiglio di amministrazione si è consultato con il comitato investimenti, un organo consultivo composto da esperti di alto profilo. Tra i membri di questo comitato figurano la presidente Antonella Mei-Pochtler, l’ex CEO della Borsa di Londra Clara Furse, e altre personalità di spicco nel mondo finanziario. Il comitato ha espresso un parere favorevole all’operazione, sottolineando le potenzialità strategiche dell’alleanza. In occasione di questa importante decisione, il comitato è stato ampliato per includere tutti i consiglieri di amministrazione, garantendo così una partecipazione più ampia e un dibattito approfondito. Il CEO di Generali, Philippe Donnet, figura tra i principali promotori di questa iniziativa.

Dubbi e perplessità sul voto finale

Prima dell’approvazione definitiva, alcune riserve sono state espresse da alcuni consiglieri minoritari. In particolare, un amministratore ha sottolineato la necessità di avere più tempo per analizzare in profondità le implicazioni di un’operazione così complessa. Anche i sindaci, in una lettera congiunta inviata al consiglio, hanno espresso preoccupazioni riguardo alla rapidità con cui si stava procedendo alla decisione. Inoltre, il gruppo Caltagirone ha inviato una comunicazione ai consiglieri, sottolineando le potenziali responsabilità legate a una scelta che avrà ripercussioni a lungo termine sulla società.

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